LA DOLCE VITA

"La regola dell'alta sartoria? Una sola: Tutto è possibile"

La sposa torna a vestirsi

Dopo anni in cui l’abito è stato destrutturato, scomposto e reso quasi inesistente dalle influenze bohemien, la mia sposa torna a vestirsi; abiti importanti ma non opulenti: si rincorrono giochi di contrasti che rendono l’abito classico ma al tempo stesso inatteso e inaspettato. Le basi dell’alta sartoria che tutto possono si traducono in volumi che sfidano la pesantezza della materia e le leggi dello spazio. Linee pulite e rigorose si alternano tessuti preziosi che tornano dal passato a vestire una sposa nuova al tempo stesso elegante e femminile.

Una nuova dolce vita

Se tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60 l’Italia riscopre una nuova rinascita all’uscita del dopo guerra, il periodo buio che abbiamo trascorso e che in parte stiamo ancora percorrendo ci proietta in una nuova dolce vita, dove al minimalismo e alla sobrietà vince una donna protagonista del giorno del sì, caratterizzata da un romantico decadentismo tutto italiano; principale atto nella creazione della collezione è la ricerca dei tessuti preziosi e inattesi: piccoli capolavori di un artigianalità comasca che riflette a pieno il gusto italiano. Ai tessuti i principi della sposa, quale il mikado di seta, ed i pizzi chantilly e rebrodati francesi si affiancano jaquard che ritornano dal passato, riletti in chiave moderna per una sposa contemporanea ma eterna.

Cambiarsi senza cambiarsi

Se la giornata del matrimonio è composta da varie fasi che cambiano nel corso del tempo perché non lo deve fare anche l’abito? Così importanti e sontuose veli preziosi a maniche velate spariscono dopo la cerimonia per lasciare spazio all’abito della festa leggero comodo ma sempre elegante e che segue la sposa in ogni movimento.